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Museo vivente della Dieta Mediterranea

Museo vivente della Dieta Mediterranea

Due curve: la frazione di Pioppi, borgo marinaro che prende il nome dai filari di pioppi che costeggiano il torrente Mortella, è tutta qui. Ma la dimensione non deve ingannare: assieme ad Acciaroli offre panorami, arte ed una costa tra le più suggestive del Cilento. Il mare si fonde con la campagna: la cantieristica navale e la pesca, ancora largamente praticata da piccoli pescatori che riforniscono i ricchi mercati locali, si intrecciano con un’agricoltura estesa e caratterizzata da notevoli prodotti d’eccellenza, primo tra tutti l’Olio D.O.P. Cilento.
La storia di questo territorio è fortemente legata alla figura di San Costabile Gentilcore, IV abate della Ss.ma Trinità di Cava de’ Tirreni: fu lui, infatti, ad avviare i lavori di costruzione del Castello dell’Angelo (nel 1123), che ha dato origine al nome del Comune più importante della zona: Castrum Abbatis, cioè l’attuale Castellabate. A picco sul mare, 800 metri circa sopra un altro piccolo borgo marinaro, Santa Maria, è originale punto di partenza per un viaggio dal Cilento meno conosciuto a quello, più noto man non per questo meno affascinante, di Ascea, Marina di Camerota e Palinuro.

Il prodotto
Parlando di dieta mediterranea sarebbe un grave errore concentrare l’attenzione su un solo prodotto, magari l’olio o la pasta. La dieta mediterranea non è solo salute: è storia, tradizione, cultura dell’ambiente dove i cibi nascono e si trasformano. Nel tratto cilentano della Magna Grecia è nata e si è sviluppata un’importante parte della cultura classica dell’Occidente: patria della scuola eleatica di Parmenide e Zenone ed oggi patrimonio UNESCO, continua ad essere una terra ricca di storia e leggenda, natura e sapori antichi. La cultura rurale è ancora vitale, nell’attività dei frantoi come nei racconti dei pescatori sulla tradizionale pesca delle alici di menaica: una rete “selettiva” in grado di catturare solo alici di una certa pezzatura che si dissanguano in mare mantenendo intatta una particolare fragranza.
Le alici di menaica, ma anche la mozzarella di bufala, il caciocavallo, la mortella, la soppressata di Giove e l’olio extra vergine rappresentano alcune delle migliori produzioni di un territorio che ha quasi sacralizzato una cucina che, per definizione, è la più vicina allo schema tipo della dieta mediterranea. Se il Cilento come territorio è stato scoperto dai viaggiatori francesi ed inglesi già dal primo decennio dell’Ottocento, la gastronomia cilentana ha dovuto attendere la seconda guerra mondiale per essere studiata e riproposta come miglior espressione della dieta mediterranea: questo termine nasce infatti negli anni ’50, ad opera dello scienziato americano Ancel Keys, che ha studiato e sperimentato le sue teorie soggiornando per quarant’anni a Pioppi.

Il museo
La società Dieta Mediterranea, in collaborazione con la provincia di Salerno, il comune di Pollica ed il Parco del Cilento ha istituito, presso il Palazzo Vinciprova di Pioppi, il Museo Vivente della Dieta Mediterranea. Il museo nasce dalla volontà di testimoniare, diffondere e preservare il patrimonio di studi e conoscenze lasciato alla comunità di Pioppi da Ancel Keys, che ha condotto per circa 40 anni importanti studi e ricerche sugli aspetti salutistici della dieta mediterranea, vivendo e soggiornando nella piccola località campana. Tutto il suo lavoro è stato guidato da una rigorosa ricerca medico-scientifica, dal concetto di sacralità del cibo e dall’attenzione rivolta ad uno stile di vita riferito agli archetipi di armonia, bellezza, piacere. La società Dieta Mediterranea cura l’organizzazione generale del Museo, dalla prenotazione all’assistenza durante l’intero sviluppo dell’itinerario. Il percorso di educazione alimentare impegna un’intera giornata e prevede anche la visita al Museo del Mare. Gli oggetti Il Museo ha in dote un importante archivio documentale, fotografie e filmati riguardanti l’alimentazione e la sua storia, in particolare sulla dieta mediterranea. La forma di comunicazione privilegiata è il racconto verbale, sia da parte di guide-narratori sia dalla voce dei cittadini stessi. La biblioteca conserva i circa mille volumi che il professor Keys donò al comune di Pollica prima di lasciare definitivamente l’Italia. La ricerca e la raccolta della documentazione sono avvenute anche negli Stati Uniti e molti dei documenti tradotti dall’inglese sono risultavano ancora inediti in Italia. La visita, attraverso il percorso di immagini e testi su totem esplicativi, presenta tre aspetti della dieta mediterranea: Piacere, Benessere e Cultura. Si comincia dal Piacere, sfatando i pregiudizi legati al termine “dieta”, che nell’accezione comune richiama i concetti di privazione e sacrificio, facendo prevalere invece l’immagine della qualità ed illustrando quanto e come la cucina mediterranea sia riuscita ad imporsi già prima ed indipendentemente dalle sue riconosciute proprietà salutistiche. Si prospetta quindi una lettura dell’alimentazione come funzione variegata che, oltre a rispondere al primario soddisfacimento nutrizionale, subisce l’influenza di diversi fattori: psicologici, economici, sociali, storici o geografici. Si cerca così di spiegare come le scelte alimentari siano influenzate da questi fattori e in particolare quelle del bambino, che risentono spesso delle abitudini della famiglia e dell’ambiente esterno. Il secondo totem è dedicato al Benessere: consente di sviluppare un’analisi delle cosiddette “determinanti di Salute”, che aiutano a costruire uno stile di vita corretto. Il terzo ed ultimo totem è dedicato alla Cultura: offre un ampio panorama delle ragioni storiche, antropologiche e geografiche che hanno prodotto l’attuale stratificazione di conoscenze pratiche e la consapevolezza del valore della qualità del cibo e del rito del mangiare. È questa l’occasione per raccontare il territorio, da Elea/Velia fino alle abitudini alimentari degli anni ‘50 della locale comunità contadina illustrate attraverso numerose fotografie. Proprio alla civiltà contadina del Cilento si ispira il secondo percorso: documenti riprodotti con l’autorizzazione e la collaborazione dell’Archivio di Stato di Salerno, sui quali si è costruita anche la mostra “Cibo e memoria storica, l’alimentazione nel salernitano tra otto e novecento attraverso le carte d’archivio”. La terza fase della visita propone la visione di un filmato originale, realizzato con la collaborazione dell’Università del Minnesota, sulla vicenda umana e scientifica di Ancel Keys, attraverso immagini d’epoca ed episodi inediti. Ultima tappa la biblioteca. Compatibilmente con la stagione è possibile assistere anche alla molitura delle olive. Sono state inoltre stipulate convenzioni con i ristoratori locali per consentire degustazioni e pranzi ispirati alla cucina tipica mediterranea, o per effettuare degustazioni direttamente presso il museo. Particolare attenzione è dedicata alla divulgazione didattica, con visite sperimentali per le scuole. Altre attività includono stage di cucina rivolti al pubblico ed al mondo della ristorazione; laboratori-escursioni per conoscere le erbe spontanee, le erbe mediche ed aromatiche, i funghi; visite presso aziende agricole, frantoi, cantine, mulini; gite in mare con pescherecci; itinerari escursionistici, archeologici, eno-gastronomici e culturali. Ogni solstizio d’estate si tiene, a cura del museo, il Festival della Dieta Mediterranea dove di da spazio alla cucina tradizionale, convegni, dibattiti, mercatino del biologico, attività formative e degustazioni.

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